Cos’è la mastoplastica additiva?

La mastoplastica additiva è l’intervento più richiesto dalle donne italiane e del mondo e consiste nell’aumento del seno. Con questo intervento di chirurgia plastica è possibile ingrandire il volume del seno o correggere un’asimmetria delle mammelle ottenendo così una maggiore armonia.

Chi può sottoporsi a questo intervento?

La mastoplastica additiva è l’intervento perfetto per chi vuole:

  • un seno più prosperoso e maggiormente proporzionato al resto del corpo
  • ridonare un aspetto più sodo al proprio seno dopo eventi che lo hanno svuotato come ad esempio gravidanza e allattamento
  • rendere uniformi seni in cui è presente un’asimmetria (ovvero una differenza nelle proporzioni)

storia della mastoplastica additiva

Dall’800 ai giorni nostri: storia della mastoplastica additiva

Il primo intervento di mastoplastica additiva risale alla fine dell’800, quando un chirurgo tedesco corresse l’asimmetria di un seno, causata dall’asportazione di un fibroadenoma, utilizzando un lipoma prelevato dal fianco della stessa paziente. Era il 1895 e Vincenz Czerny inventava la prima protesi mammaria.

 

Continua a leggere: storia della mastoplastica additiva

Come scegliere le protesi migliori?

Come scegliere le protesi seno migliori?La scelta delle protesi da impiantare è uno dei momenti più importanti dell’intervento di mastoplastica additiva poiché da questo dettaglio dipende buona parte del risultato ottenuto. È il chirurgo plastico che deve offrire un consiglio professionale basandosi su elementi quali le aspettative della paziente, la situazione di partenza, lo stato dei tessuti del seno con l’obiettivo finale di ottenere un risultato il più naturale e armonico possibile.

 

Continua a leggere: Come scegliere le protesi seno migliori?

Mastoplastica additiva: a quale eta’?

Esiste un’età minima sotto la quale la paziente risulta per legge inoperabile ed è i diciotto anni. Questo perché è necessario che, prima dell’intervento, il seno abbia completato il suo fisiologico sviluppo. Solo in casi in cui la mastoplastica additiva sia di correzione ad una pregressa malattia è possibile operare pazienti minorenni. Non esiste invece un limite di età in eccesso. Una paziente non potrà mai essere definita troppo anziana per essere operata (salvo incompatibilità con lo stato di salute).

Mastoplastica additiva: quali sono le maggiori complicanze?

Per quanto la mastoplastica additiva sia una procedura ritenuta sicura, non bisogna dimenticare che si tratta di un intervento di chirurgia che come tale può essere soggetto a rischi e complicanze.

Il primo passo per ridurre fortemente tali pericoli è quello di affidarsi sempre ad un professionista del settore che operi in una struttura autorizzata, senza farsi tentare dai prezzi modici offerti da personale non specializzato inserito in contesti come ambulatori e centri estetici.

Fra i rischi di questo intervento vi è la possibilità di rigetto della protesi (eventualità definita contrattura capsulare) da parte del corpo stesso che riconoscendola come un oggetto estraneo cerca di espellerla creandole intorno una sorta di rivestimento cicatriziale.

In rari casi è possibile l’insorgenza di sepsi, scivolamento della protesi o modificazioni nella sensibilità di capezzolo e areola (che tendenzialmente sono limitati nel tempo, solo in pochissimi casi la perdita di sensibilità si dimostra duratura). È possibile anche che piccole pieghe di pelle vengano a crearsi intorno all’impianto.

È indispensabile che la paziente contribuisca attivamente alla riduzione dell’insorgere di complicanze attenendosi strettamente alle regole indicatele dal chirurgo plastico come ad esempio nell’utilizzo di biancheria contenitiva post operazione, nel periodo di riposo indicato e infine nell’astensione dal fumo che molto influisce sulla circolazione sanguigna e sull’ossigenazione dei tessuti provocando un allungamento del processo di guarigione.

Mastoplastica additiva: quali sono le maggiori complicanze?

Per quanto la mastoplastica additiva sia una procedura ritenuta sicura, non bisogna dimenticare che si tratta di un intervento di chirurgia che come tale può essere soggetto a rischi e complicanze.

Il primo passo per ridurre fortemente tali pericoli è quello di affidarsi sempre ad un professionista del settore che operi in una struttura autorizzata, senza farsi tentare dai prezzi modici offerti da personale non specializzato inserito in contesti come ambulatori e centri estetici.

Fra i rischi di questo intervento vi è la possibilità di rigetto della protesi (eventualità definita contrattura capsulare) da parte del corpo stesso che riconoscendola come un oggetto estraneo cerca di espellerla creandole intorno una sorta di rivestimento cicatriziale.

In rari casi è possibile l’insorgenza di sepsi, scivolamento della protesi o modificazioni nella sensibilità di capezzolo e areola (che tendenzialmente sono limitati nel tempo, solo in pochissimi casi la perdita di sensibilità si dimostra duratura). È possibile anche che piccole pieghe di pelle vengano a crearsi intorno all’impianto.

È indispensabile che la paziente contribuisca attivamente alla riduzione dell’insorgere di complicanze attenendosi strettamente alle regole indicatele dal chirurgo plastico come ad esempio nell’utilizzo di biancheria contenitiva post operazione, nel periodo di riposo indicato e infine nell’astensione dal fumo che molto influisce sulla circolazione sanguigna e sull’ossigenazione dei tessuti provocando un allungamento del processo di guarigione.

Mastoplastica additiva: La prima visita

Il primo incontro con il chirurgo plastico è uno dei momenti più importanti dell’intero iter operatorio. In questa fase il chirurgo effettuerà una visita obiettiva per valutare lo stato dei tessuti e la situazione di partenza della paziente ponendo l’attenzione sulla grandezza delle mammelle (compresi areola e capezzolo) per meglio valutare i possibili risultati ottenibili. Insieme, chirurgo e paziente, affronteranno il delicato tema delle aspettative della donna, delle protesi e della tecnica da utilizzare per ottenere il risultato più armonico possibile con il resto del corpo.

 

Vedi: La visita con il chirurgo estetica

Mastoplastica additiva: Incisioni

mastoplastica additiva incisioniNella mastoplastica additiva il chirurgo può incidere il seno in tre diversi punti: nella zona limitrofa all’ascella, all’altezza del solco sottomammario e infine nell’areola.

Lo scopo di tali incisioni è quello di creare un varco per l’inserimento delle protesi che possono essere inserite sotto alla ghiandola della mammella oppure posizionate sotto al muscolo pettorale.

I tagli effettuati una volta avvenuta la cicatrizzazione saranno poco visibili poiché celati dalle pieghe naturali della pelle o, nel caso dell’areola, dal contorno stesso della zona.

Mastoplastica additiva: Tecniche chirurgiche

Attualmente le tecniche utilizzate in chirurgia estetica per la mastoplastica additiva sono tre e si diversificano a seconda che l’inserimento della protesi avvenga: sotto alla ghiandola mammaria, sotto al muscolo pettorale e infine con la tecnica mista chiamata Dual Plane che prevede che una parte della protesi (quella superiore) venga posizionata sotto alla ghiandola mammaria e l’altra parte (quella inferiore) sia posizionata sotto al muscolo pettorale.

Ognuna di queste tre tecniche ha dei punti deboli e dei punti di forza:

impianto sotto ghiandola mammaria: rende meno invasivo l’intervento e riduce i tempi di recupero. La protesi però resta “più in superficie” rimanendo così maggiormente visibile e più riconoscibile al tatto. Inoltre questa tipologia di impianto copre ciò che c’è al di sotto rendendo più difficile un’eventuale mammografia.

Impianto sotto al muscolo grande pettorale: rende l’intervento più complesso e perciò più lungo. Anche il tempo necessario per il recupero post operatorio tende ad allungarsi e il rischio maggiore correlato a questa tecnica è che la protesi una volta impiantata scivoli verso l’alto. Fra gli aspetti postivi della tecnica vanno annoverati la riduzione del rischio di rigetto, la non interferenza con eventuali esami mammografici ed esteticamente l’invisibilità della protesi.

Dual Plane (tecnica mista): con questa tecnica la parte alta della protesi viene inserita sotto al muscolo grande pettorale ovviando in questo modo al problema della riconoscibilità al tatto, ma anche diminuendo il rischio di rigetto. La parte inferiore invece viene alloggiata sotto alla ghiandola mammaria riducendo così la criticità dello scivolamento verso l’alto nonché, esteticamente, un risultato meno artificioso.

Mastoplastica additiva: Tecniche anestesia

L’intervento di aumento del seno è per la grande maggioranza dei casi eseguito in anestesia generale, senza tuttavia che vi sia necessità di intubazione della paziente che, grazie all’utilizzo della maschera laringea, può mantenere una respirazione autonoma. Interventi meno complessi potrebbero essere eseguiti con la paziente sedata solo localmente e quindi cosciente ma incapace di avvertire dolore. Solo raramente è necessario che la paziente rimanga ricoverata nelle 24/48 ore successive all’operazione.

Mastoplastica additiva: Durata intervento

Generalmente questa tipologia di correzione chirurgica ha una durata di circa 60 minuti. Dopo aver applicato i punti di sutura alla paziente viene detto di indossare un reggiseno contenitivo che ha il duplice scopo di dare sostegno alla zona trattata e di impedire, con una leggera compressione, che possa verificarsi un edema eccessivo. Dopo qualche giorno questo indumento verrà sostituito.

Mastoplastica additiva: Post operatorio

La guarigione dopo un intervento di chirurgia è un processo graduale che non richiede fretta. Dopo la mastoplastica additiva è necessario osservare un periodo di riposo di circa due giorni. Nelle prime 24 ore post-operatorie è possibile che il seno operato presenti edema, lividi e dolorabilità.

Dopo trentasei ore dall’intervento sarà possibile tornare a quella che può essere definita una “blanda quotidianità” ovvero si potranno riprendere alcune normali attività che non siano però faticose. In questa fase post-operatoria la paziente dovrà avere cura di osservare alcune fondamentali regole come ad esempio evitare di effettuare sauna, bagno turco e lampade solari o in genere di esporsi ai raggi solari.

Il ritorno al luogo di lavoro potrà avvenire dopo 4-5 giorni, ma solo se l’attività svolta non prevede sforzi o eccessivo affaticamento. Trascorse circa tre settimane sarà invece possibile ritornare a praticare attività sportiva.

Mastoplastica additiva: Risultati attesi

Generalmente le pazienti si definiscono soddisfatte di quanto ottenuto con l’aumento di volume del seno. Un seno prosperoso e armonico, proporzionato con il resto del corpo è l’obiettivo primario della mastoplastica. Si tratta di un intervento i cui esiti sono durevoli nel tempo, ma che non possono essere definiti definitivi in quanto interessano una zona, il seno appunto, fisiologicamente soggetta a mutamenti derivanti dall’invecchiamento (perdita di elasticità della pelle per esempio) e dalla gravità (ptosi).

Mastoplastica additiva: Quanto costa

Il costo totale di un intervento chirurgico è dato dalla somma di molteplici aspetti. In questo caso a determinare il prezzo finale contribuiscono la complessità dell’intervento, gli impianti prescelti, il tipo di anestesia praticato, la necessità di trattenere la paziente in osservazione dopo l’intervento e infine la durata totale della procedura.

Una volta esaminati gli aspetti sopracitati è possibile fornire una forbice in cui inscrivere il costo di una mastoplastica additiva che indicativamente varia dai sei mila ai diecimila euro.

Parlare di costi in chirurgia estetica è estremamente importante perché è necessario tenere sempre come principale obiettivo la qualità dell’intervento e non il risparmio (esiste una notevole differenza nel tariffario, per esempio, di un chirurgo plastico e di un chirurgo che effettua interventi estetici. Più esosi gli interventi del primo poiché supportati da una maggiore specializzazione formativa nel settore e da una professionalità altamente qualificata).

Mastoplastica additiva: Rischi e complicanze

 

Come tutti gli interventi, anche quelli di chirurgia estetica hanno rischi e possibili complicanze. Ogni anno vengono eseguiti centinaia di migliaia di mastoplastiche additive senza alcun problema ma è comunque corretto che la paziente sia edotta di tutte le caratteristiche dell’intervento.

Vedi: Rischi e complicanze

Mastoplastica additiva: Domande frequenti (FAQ)

In che cosa consiste l’intervento di mastoplastica additiva?

L’intervento di mastoplastica additiva ha come obiettivo l’ingrandimento del volume del seno attraverso l’inserimento di protesi di silicone che possono essere collocate nel petto creando una tasca sotto o sopra al muscolo grande pettorale.

 

Quale tipologia di paziente è la più adatta?

Tutte le donne con seni piccoli, mammelle svuotate da gravidanza, allattamento o marcato dimagrimento si rivelano pazienti ideali. Inoltre la mastoplastica additiva è l’ideale per le donne che vogliano correggere una diversità di proporzione fra un seno e l’altro.

 

A che età è consigliato intervenire?

Non esiste un’età ideale, ma è necessario che il seno abbia ultimato il proprio sviluppo. L’unico restringimento in questo senso è dato dalla minore età poiché per legge l’aumento del seno può essere effettuato dopo i 18 anni (fatta eccezione per casi riguardanti patologie pregresse).

 

La mastoplastica additiva è dolorosa?

Si tratta di un intervento che provoca una contenuta dolorabilità, concentrata soprattutto nell’immediato post operatorio. Si tratta di un dolore che sarà possibile controllare con l’utilizzo di antidolorifici.

 

Il risultato sarà naturale?

Per ottenere un risultato naturale sarà necessario effettuare una scelta di armonia. Le protesi (forma e taglia) dovranno essere proporzionate al resto del corpo per creare un profilo proporzionato e un effetto naturale.

 

Le protesi saranno percettibili al tocco?

Quando la mastoplastica additiva è ben eseguita e non si verifica alcun tipo di complicanza post-operatoria il risultato sarà quello di un seno tonico e morbido, con una consistenza e un profilo del tutto simile a quella naturale.

 

Quanto dura il recupero post-operatorio?

Nelle prime 48 ore dall’intervento sarà opportuno seguire un riposo assoluto. È in questa fase che si potrebbe avvertire una dolorabilità più acuta, che tuttavia è possibile controllare con l’utilizzo di un normale analgesico e che comunque tende a sparire entro una settimana. È possibile infatti che in questi primi giorni il seno si presenti gonfio e livido, nel caso di impianti avvenuti sotto al muscolo pettorale è possibile anche che si riscontri una certa difficoltà ad alzare le braccia.

A tre giorni dall’intervento sarà possibile tornare alla quotidianità sebbene rimanendo al riparo da sforzi eccessivi ed evitando di esporsi ai raggi diretti del sole o al calore di sauna e bagno turco. Nei giorni successivi sarà anche possibile tornare all’attività lavorativa, mentre bisognerà aspettare che trascorrano circa due settimane affinché il chirurgo possa rimuovere i punti di sutura applicati al seno. È durante la terza settimana post intervento che sarà possibile riprendere ogni normale attività compresa quella sportiva.

 

Le protesi avranno una diversa temperatura rispetto al resto del corpo?

Le protesi non saranno più fredde poiché proprio per la loro composizione adotteranno la medesima temperatura corporea.

 

La mastoplastica additiva interferisce con l’allattamento?

La mastoplastica additiva non impedisce in alcun modo l’allattamento. Inoltre il latte di una donna che abbia subito una mastoplastica non contiene alcuna sostanza pericolosa (recenti studi hanno dimostrato che nel latte materno di donne con protesi mammaria non vi era alcuna traccia di silicone proveniente dall’impianto). Tuttavia è possibile, se l’incisione è avvenuta a livello periareolare, che vi sia un’interferenza con l’abilità nell’allattare.

 

Seno rifatto e gravidanza: cosa può succedere?

Nei nove mesi di gravidanza il seno di una donna tende ad aumentare fisiologicamente il proprio volume. Non vi è una misura fissa poiché tale variazione è soggettiva. Se vi è la presenza di protesi nulla di tutto ciò varia.

 

Esistono controindicazioni per viaggi aerei e immersioni subacquee?

Le protesi al gel di silicone non risentono di viaggi in areo e immersioni subacquee, qualche problema tuttavia potrebbe insorgere con le protesi riempite di soluzione fisiologica, che se sottoposte ad eccessiva pressione idrostatica potrebbero perdere parte del contenuto risultando successivamente sgonfie.

 

Esiste la possibilità che l’intervento porti alla perdita di sensibilità del capezzolo?

Può succedere che l’intervento di mastoplastica additiva abbia ripercussioni momentanee sulla sensibilità di capezzolo e areola, modificandole per eccesso o per difetto. Si tratta generalmente di una situazione reversibile che sono in rari casi tende a consolidarsi.

 

È necessario l’utilizzo di un reggiseno dopo l’operazione?

Per circa una trentina di giorni sarà indispensabile l’utilizzo di un particolare reggiseno rinforzato che con la sua azione fornirà sostegno alla zona, permetterà ai tessuti di rimodellarsi e infine con l’azione contenitiva eviterà che il gonfiore divenga eccessivo. Trascorso questo periodo l’utilizzo di biancheria intima sarà a discrezione della paziente e non giocherà alcun ruolo sulla riuscita dell’intervento.

 

Con le protesi è possibile esporsi ai raggi del sole?

Prima di potersi esporre ai raggi del sole o a quelli UVA delle lampade abbronzanti sarà necessario che trascorrano almeno due mesi dall’intervento. È invece consigliato tenere al riparo la cicatrice per circa un anno per evitare una iperpigmentazione della zona.

 

Dopo quanto tempo è possibile riprendere la pratica sportiva?

Una piena quotidianità sarà recuperabile dopo circa un mese dall’intervento di mastoplastica additiva. È in questo periodo che sarà possibile anche la ripresa dell’attività sportiva. È opportuno tuttavia, e sarebbe prudente, iniziare gradualmente e limitare lo sport fin tanto che la cicatrizzazione non si sia completata, anche per evitare che la sudorazione prolunghi i tempi di guarigione.

 

Tutte le pratiche sportive possono essere esercitate?

È opportuno affrontare questo argomento con il proprio chirurgo plastico prima di sottoporsi a mastoplastica additiva, esistono infatti delle limitazioni che riguardano il tipo di protesi da scegliere, la grandezza e la tipologia di intervento che vanno prese in considerazione se si pratica un’attività sportiva a livello amatoriale o agonistico.

 

Le persone che fumano avranno delle complicanze maggiori?

Il fumo e la salute non vanno molto d’accordo e la chirurgia non fa eccezione. Chi fuma nel periodo pre operatorio è più soggetto all’insorgere di complicazioni quali: sepsi delle ferite, insufficienza cardio respiratoria, infarto, infezioni, arresto cardiaco. Anche nel periodo post operatorio è sconsigliato fumare in quanto il fumo può allungare di molto il processo di guarigione.

 

Quali sono i rischi maggiori dopo l’inserimento di una protesi mammaria?

Solo l’1/2 % dei casi di aumento del seno incorre in una complicanza chiamata contrattura capsulare. Si tratta del tentativo di espellere il copro estraneo da parte dell’organismo che circonda la protesi con una sorta di membrana cicatriziale. Solo in pochissimi casi tale risposta si dimostra tanto aggressiva da portare ad una contrattura della capsula che si irrigidisce e si deforma. In questi casi è necessario rimuovere la protesi e sostituirla.

 

Gli impianti mammari al silicone posso essere ritenuti sicuri?

Non vi è alcuna evidenza scientifica che dimostri una correlazione fra l’utilizzo di protesi al silicone e l’insorgere di patologie. Inoltre è opportuno considerare che nel quotidiano tutte le persone, il più delle volte in maniera inconsapevole, utilizzano tale composto chimico che si trova per esempio negli abbronzanti, nelle preparazioni lucidanti, in creme e saponi nonché negli alimenti.

 

È vero che le protesi mammarie possono interferire con test diagnostici?

Se le protesi mammarie sono posizionate sotto alla ghiandola e quindi sopra al muscolo possono rendere meno chiara l’immagine mammografica.

 

Le protesi possono essere rimosse o sostituite?

Si, le protesi possono essere sostituite o rimosse del tutto in qualsiasi momento.

 

Esiste una relazione fra protesi al silicone e neoplasia al seno?

Non esistono studi scientifici che comprovino che vi sia una maggiore incidenza di cancro al seno fra le donne che hanno un impianto al silicone.

 

La mastoplastica additiva può favorire la comparsa di smagliature?

Se le protesi fossero esageratamente grandi rispetto alla fisicità della persona o di fronte ad un tessuto con poca elasticità è possibile che l’intervento provochi la comparsa di smagliature.

 

Quante tipologie di protesi ci sono in commercio e com’è possibile orientare la propria scelta?

Tutte le protesi attualmente in commercio hanno una parte esterna in silicone e una parte interna che può essere composta da un gel di silicone oppure da soluzione fisiologica. La parte esterna può essere liscia oppure testurizzata (ovvero presentare delle irregolarità). Le prime si presentano al tatto più morbide e per questo sono meno individuabili al tocco, le seconde si presentano lievemente più rigide ma sono largamente utilizzate perché la loro rugosità inganna il corpo che tende a rigettarle di meno.  Per quanto riguarda la forma, le protesi possono essere tonte oppure anatomiche, la cosiddetta forma a goccia. La scelta fra le due dovrà essere dettata dal tipo di risultato finale atteso, più vistoso con l’utilizzo delle prime, più naturale con le seconde.

 

Le protesi mammarie hanno una data di scadenza?

Un tempo, e qualche casa produttrice ancora lo fa, le protesi erano garantite per dieci anni. Ora tale garanzia è stata estesa a vita, anche se è comunque raccomandata la sostituzione nel tempo per scongiurare sgonfiamenti o rotture da usura. Tuttavia se non dovessero insorgere problemi le protesi tecnicamente potrebbero essere mantenute per il corso della vita.

 

Il risultato della mastoplastica additiva è permanente?

Se la protesi non viene rigettata e non si verificano rotture o dislocazioni (eventi con una bassa incidenza) il risultato è destinato a durare nel tempo. Tuttavia fenomeni naturali come invecchiamento e relativa perdita di tonicità ed elasticità dei tessuti influenzeranno il risultato ottenuto che, per questo non può essere inteso come definitivo.